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Sebbene siamo tutti d’accordo nel dire che l’amore non ha età, il consenso tende generalmente a ridursi sensibilmente se si parla… del sesso.

amore anziani marito e mogliePer quanto sdoganato in mille contesti, discorsi, varianti e sfumature cromatiche, uno dei rari ambiti in cui pare sussistere ancora un imbarazzo in materia sessuale, è quando si prova a coniugarlo con la terza età.

È un dato evidente che gli ultra-sessantenni del terzo millennio abbiano poco a che spartire con i settantenni che sono stati i loro genitori: palestra, teatro e viaggi non sono più una realtà appannaggio di solo rari “arzilli vecchietti”, ma una consuetudine giustamente valorizzata ed incentivata dati i grandi benefici evidenziati da molte ricerche sulla qualità di vita. Stesso discorso per i social network, la cui diffusione tra gli ultra-sessantacinquenni non è più una notizia (alla faccia di una vecchia gag che ironizzava sul rapporto anziani-tecnologia).

Malgrado ciò, l’idea di una vita sessuale attiva e felice oltre i 65 anni pare suonare ancora stonato per molti, come simpaticamente sintetizzava un paziente dicendomi “lei dottore penserà: cosa pretendi a 80 anni? Di essere ancora uno stallone? Eppure io, la mia compagna, ci tengo a renderla felice a letto!”

Di fatto i settantenni di oggi si trovano ad essere “pionieri” in un ambito che fino a pochi anni fa era, per l’appunto, ignorato e censurato, ritrovandosi perciò a confrontarsi con la propria vita sessuale attuale senza conoscerne le peculiarità. Questo può generare ansie, scoraggiamento e rinuncia anche dolorosa, soprattutto in coppie in cui i bisogni ed i sentimenti di un partner non collimino con quelli dell’altro.

sessualità e terza età

Jane Fonda è stata una delle prime attrici ad esplicitare la propria soddisfazione sessuale a 73 anni compiuti

Per quanto un approfondimento delle componenti fisiologiche dell’argomento sia fondamentale per una trattazione completa del discorso sia per quanto riguarda quanto accade negli uomini che nelle donne, preferisco rimandare ad altri siti l’approfondimento di un versante del discorso che esula dalla mia formazione specifica, per descrivere piuttosto gli aspetti psicologici della questione, con la speranza che possa essere d’aiuto a rompere qualche tabù.

Uno degli aspetti maggiormente sottolineati in questo ambito è il calo del desiderio sessuale nella seconda metà della vita. Quando si parla di desiderio, tuttavia, è pressoché impossibile separare i vissuti personali dalle immagini sociali prevalenti: data quindi la visione carica di ironia, disgusto e sospetto che si accompagnava all’idea di un anziano sessualmente attivo fino a qualche anno fa, risultava difficile che questo desiderio venisse vissuto senza disagio.

Il superamento di questo stereotipo potrebbe quindi disegnare nuovi scenari, con sempre più persone a proprio agio nel vivere questi desideri e sentimenti e quindi più disposti ad ammetterli.

Il principale vantaggio in termini psicologici è rappresentato dalla drastica riduzione di problemi depressivi: meno farmaci, maggior benessere fisico, maggiore indipendenza ed autonomia.

Pensare ad una sessualità nella terza età non può prescindere tuttavia da una consapevolezza delle peculiarità fisiologiche ma anche socio-relazionali (soprattutto per chi vive ancora una relazione di coppia) di questa fase della vita.

Pensare di traslare le abitudini della giovinezza nell’anzianità significa sposare un pensiero irrealistico, sostenuto magari col ricorso a farmaci e chirurgia (che, di fatto, sono soluzioni derivanti dall’idea che il sesso sia una cosa riservata a chi è giovane o almeno giovanile), ma sostanzialmente nascondendo la realtà. Questo a lungo termine finisce tuttavia col risultare controproducente, aumentando l’ansia per la paura che il bluff sia smascherato, facendo crollare ogni illusione.

Per questo ho parlato di un “pionierismo sessuale” della nuova terza età: superare lo stereotipo precedente è possibile solo passando all’ideazione di una sessualità nuova, inedita, consapevole… rivoluzionaria.

Ma, d’altro canto, per chi ha fatto il ’68 innovare non dovrebbe essere un problema…

PS: Per chi volesse vedere un film sull’argomento, mi permetto di suggerire il non recentissimo, ma comunque molto bello “Tutto può succedere”, con Jack Nicholson e Diane Keaton.

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